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Cimentarsi nell'analisi dei rapporti intercorsi fra musica e politica nella Germania nazionalsocialista significa sfiorare alcune delle corde più profonde di un'età così travagliata dove paura ed incertezza, esasperate da una inquietante follia, resero reali i peggiori incubi a cui il continente europeo e l'umanità intera avessero assistito sino ad allora; significa prestare ascolto alla voce di un'arte che canta la tragica vicenda di un Occidente sull'orlo dell'abisso, di un totalitarismo lucidamente sanguinario.