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Qui si conclude la storia di Vico Equense, di cui si è occupato Vincenzo F. R. Esposito in precedenti studi. Vico fu città per volontà di Carlo I d'Angiò nel XIII secolo, come capitale del Ducato omonimo ed erede di Equa, città romana del I sec. a. C. Dalla Presidenza della Repubblica Italiana ha avuto l'onore del titolo di città per le sue origini databili intorno al VII secolo a.C., per essere la parte centrale e più estesa della Penisola a cui i coloni Greci, intorno al IV se. a.C., dettero il toponimo che ritroviamo in Sorrento e che richiama al mito delle Sirene. La storia di Vico Equense è in buona parte la storia della Penisola Sorrentina e si lega alle vicende di Napoli a cui è legata per motivi geografici, commerciali, sociali e politici. Il territorio del Comune, di oltre 29 kmq, comprende gran parte dei Monti Lattari, si affaccia sui golfi di Salerno e di Napoli e comprende paesaggi di grande bellezza, una umanità divisa in tredici borghi che formano tredici comunità con una unica storia molto tormentata che costituisce un paradigma degno di essere conosciuto.