Tab Article
Chi sono i due sposi effigiati da Rembrandt in una delle sue prove più estreme e toccanti? E quale recondito significato si cela dietro il gesto protettivo con cui l'uomo cinge le spalle della moglie ponendole una mano sul seno? Scritta a due mani da due grandi storici dell'arte, una serrata indagine, condotta attraverso un'inedita rilettura del Cantico dei Cantici, dimostra come anche la particolare visione degli affetti umani fornita da Rembrandt nella celebre tela del Rijksmuseum nota come La sposa ebrea, risenta profondamente, in modo insospettabile, di una stringente relazione tra l'amore, l'arte e uno dei testi più toccanti delle Sacre Scritture: quello struggente libro del Vecchio Testamento che racchiude in sé il più antico tra tutti i vincoli umani, il rapporto tra amore spirituale e amore fisico. Anche Rembrandt, infatti, subì il fascino del Cantico, sebbene da un punto di vista differente e decisamente più moderno rispetto alla visione fornita da artisti del passato come Cimabue e Michelangelo. Nell'opera del grande maestro olandese, il canto d'amore, interpretato fin dal Medioevo come l'espressione della relazione ecclesiale tra Dio e l'uomo, riflette così una concezione dell'unione matrimoniale profondamente legata all'ideologia ebraica e protestante, mutandosi in un'accorata elegia della comunione dell'umanità con se stessa.