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"La fine di un'avventura. Perché fu un'avventura, iniziata quindici anni fa. Durante un incontro con Ana Miralles, che conoscevo solo per la sua Eva Medusa, mi vennero due idee. Sono cose che a volte succedono, e quando capita bisogna saperle cogliere. Una, era di aprire al mio immaginario le porte dell'Oriente, fissare un tatuaggio sulla pelle. E così apparve la Djinn. L'altra, era chiedere ad Ana di accompagnarmi in quello che sarebbe stato un lungo ma bellissimo viaggio. E così la Djinn iniziò a vivere. Per questo, al termine, perché siamo arrivati alla parola fine - e quando si comincia una storia che richiede tanto tempo e tanta energia a volte non è detto che ci si arrivi - per questo, dicevo, formiamo, io e Anna, una vecchia coppia di avventurieri, molto "clean", niente camicie stracciate, scarpe consumate, niente malaria, niente zanzare, doccia tutti i giorni, ma i picchi d'adrenalina, certe fatiche o incomprensioni, sì, tutto questo c'era agli appuntamenti, si doveva non perdere mai la rotta e non smarrirsi durante questi giri, Oriente, Africa e India, che prendevano in prestito tanto i miti che le realtà dei paesi attraversati. Giramondi quindi che ora hanno bisogno di deporre i bagagli e riprendersi un po'. Perché oltre alla sua storia, alle sue peripezie, alla sua rappresentazione sensuale (immaginata da Ana in maniera mirabile: ricordo che la sensualità di Djinn deve sia all'immaginario maschile che femminile) Djinn gioca sulla distorsione del tempo e chiede che le carte siano rovesciate prima di immaginare il percorso e l'evoluzione dei nostri*personaggi (e sono tanti). Ci sorprendono perché li troviamo là dove non dovevano essere. O in un modo o un "timing" differente. Gli appuntamenti con la Djinn rimangono sempre imprevedibili, difficili e pericolosi. Kim Nelson ne sa qualcosa. È che il tempo, in Djinn, sposa il ritmo, la magia delle storie, il suo intreccio. Nelle storie non è sempre facile sopravvivere... e non tutti sono sopravvissuti. Quello che è sopravvissuta, al contrario, è la mia amicizia e la grande stima che porto a colei che mi ha seguito per tutto questo viaggio. Grazie Ana. Ora la leggenda della Djinn fa parte della tua vita come della mia. Una leggenda come un tatuaggio, che non ha ancora rivelato tutti i suoi segreti." (Jean Dufaux, 4 luglio 2016)