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Al centro di questo racconto vi è un vecchio uomo, consumato dalla malattia. In viaggio per fargli visita, il figlio rievoca, nella durata del tragitto in treno tra il Ticino e Losanna, ricordi e testimonianze, massime e pareri, reminescenze letterarie e vuoti propositi. Veleggiando tra passato e presente, tra il suo vissuto e la sua cultura, si trova ad affrontare, mettendosene al riparo, le immagini del declino, e tenta di addomesticare la morte che si avvicina: «ed è la sua cronaca che voglio cominciare adesso che mi culla di nuovo il rollio del treno che mi porta via, adesso che sono al sicuro, ma come fare a ritrovarlo, come togliere quegli schermi che lo celano, le trapunte della camera 112, gli endecasillabi di Pascoli, le immagini fisse degli ultimi anni, la lenta discesa agli Inferi di coloro che non sono nemmeno riusciti ad andarsene al momento giusto?».