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Dopo un libro dove domina la luce (I cerini dell'anima, 2019) Ora di là insiste sulla notte, amata dai gatti e dai poeti, sulla notte che forse «è la madre di tutti i tempi», sul buio, dove la nonna amava stare. Tra «le ultime cose / che si possono fare» l'estrema è «spegnere la luce / chiudere il cancello!» Gli istanti dell'eternità raccolti nell'ultima sezione, gli istanti perfetti che secondo i teologi sono la parabola dell'eterno, si riducono al trattino fra due date su una lapide, al «mò» mendrisiottese, massima contrazione della dimensione tempo nei più brevi versicoli di un poeta che privilegia il verso breve. La mia lettura perde di vista il sublime di questo volo? È in ogni caso di grande conforto per il lettore la fedeltà espressa da questa lunga e sempre vivace esperienza poetica alla terra, al quotidiano e dunque al tempo debito che mescola luce e buio, che è, nonostante ogni sconvolgimento tecnologico, sintonia con il proprio paesaggio.