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Dopo il ciclopico lavoro classificatorio di A.D. Trendall e di A. Cambitoglou, la ceramica italiota e siceliota è stata oggetto di una notevole mole di studi, i quali ne hanno affrontato i più vari aspetti, da quello tecnico a quello quantitativo, da quello cronologico a quello iconografico e iconologico, mentre nuova attenzione è stata prestata ai problemi delle provenienze e dei contesti di rinvenimento, del commercio internazionale e del collezionismo. In questo quadro la ricerca si è sempre più estesa dal campo dell'archeologia a quelli della storia dell'arte, della filologia, dell'antropologia, del pensiero e della religione, nello sforzo volto alla maggiore storicizzazione possibile delle officine artigiane dislocate in Magna Grecia e in Sicilia tra l'età classica e la prima età ellenistica. Venendo incontro all'esigenza di fornire a specialisti e studenti universitari una sintesi aggiornata e critica su questa produzione, un'équipe di archeologi dell'Università di Bari, da tempo impegnata nel settore degli studi ceramici, riesamina i vasi a figure rosse dell'Italia meridionale secondo un organico approccio multidirezionale.