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Un poemetto in piemontese, con traduzione italiana a fronte che a partire dalle suggestioni dei Natali d'antan - quelli di un'infanzia forse diventata un po' favolosa - mira a ricreare un'atmosfera di religiosità rustica e paesana, di civiltà piemontese, e dunque scritto in piemontese. Un intero paese di fantasia che si sente chiamato a partecipare al mistero della natività, e che cammina verso la capanna con la fiducia e la semplicità di un'attrazione cui ingenuamente corrisponde. Quartine di senari piani e tronchi che restituiscono a quell'istante - in forme e in parole di poetico incanto - tutta la forza di un evento-avvento comunitario. In copertina una xilografia di Gianfranco Schialvino da Emanuele Luzzati.