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Quella di Prévert è stata, ed è ancora, la parola astuta e accattivante, sciolta, estrosa, un po' ribelle; colorita, distratta, ironica, sprecata. La parola che la gente aspetta, senza saperlo con chiarezza, di ascoltare. Ma per arrivare a pronunciarla occorre un talento speciale, un dono, una particolare forma di saggezza elementare che resiste alla base. Anche questa raccolta, uscita nel 1955, conferma la durata del consenso riscosso da Prévert, ormai assurto a classico del nostro tempo.