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Sarah aveva la mente oltre l'infinito, come aveva sempre sognato; e le sbarre della finestra dell'Ospedale psichiatrico furono, al tempo, la sua prigione e la sua liberazione. Ebbe la sensazione d'essersi spogliata da una personalità che non le apparteneva, e di avere ritrovato l'elemento naturale che la portava nel mondo dei liberi pensieri. Lei non era più la macchina di un preciso modello, con regole da rispettare per metterla in moto, ma era diventata un albero che aveva bisogno di crescere in ogni direzione e la sua mente mise fine al velo d'ignoranza che prova l'essere umano nelle scelte, annientando ogni forma di personalità, sopprimendo il diritto alla libertà. Lei aveva trovato la libertà nel posto dove la matematica iniziava dal numero 10 e i giorni della settimana erano 9 o forse 2. Il tempo non aveva significato: ieri era oggi e oggi domani. I suoi sogni erano realtà e la realtà si trasformava in sogni.