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Attraverso la metafora del gioco delle carte Santa, la protagonista del monologo, esprime alla piccola Laura (figlia reale o solo desiderata?) quanto sia difficile partecipare e non subire quando ci si "siede al tavolo verde", per giocare la "partita" della propria vita. Nella vita come nel gioco esistono due vincoli: il tempo e le regole. Le carte si susseguono, infatti, seguendo un ordine temporale e si giocano secondo delle regole stabilite. Le tematiche centrali, peccato e libertà, vengono trattate attraverso il registro della patologia mentale, declinate secondo i voli pindarici di una mente svincolata dalle corde sociali e dalla razionalità. Ne nasce, inevitabilmente, un confronto tra la follia di chi tenta di vivere senza schemi morali e regole sociali con quella - più condivisa e diffusa - della gente di "buon senso". Il finale lascerà aperta, per lo spettatore, la possibilità di trovare una propria chiave interpretativa.