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Del protagonista del romanzo, scopriremo il nome solo alla fine. E c'è un motivo. Nel frattempo, con un espediente narrativo geniale si svolge una trama sorprendente che prende la sua via maestra all'irrompere della sensuale Chloée, una donna straordinaria (rende bene l'idea il protagonista accostandola alla Fanny Ardant di Truffaut), conosciuta tra i colori, i sapori e i suoni di Arles, la cittadina del Sud della Francia che fu dimora di Vincent van Gogh, l'unico artista al mondo in grado di dipingere il silenzio. La sua presenza lo pone inevitabilmente in uno stato di sudditanza intellettuale, sia per la sua competenza in materia di arte (è proprio van Gogh il loro galeotto), musica (è una pianista di enorme talento), cocktail (Bloody Mary in primis) o crostacei (i percebes, preistorici eroi), sia per la sua profonda concezione filosofica del primato della memoria sulla vita dell'uomo. Con colpi di scena, il romanzo si dispiega tra il percorso di apprendimento musicale che il nostro protagonista intraprende grazie alle rivoluzionarie teorie di Chloée e le geometrie del biliardo intese come astrazione esistenziale di un uomo incapace di ascoltare i suoni.