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C'è la parabola storica e sociale della città di Crotone, sullo sfondo della 'innocua' analisi della vicenda dell'ex Museo Civico (1910-1966) fino alla sua statalizzazione (1967-1968). E ciò non deve sorprendere poiché, com'è stato giustamente osservato, ogni museo è specchio della società che lo esprime, riflesso di precise scelte politiche e sintesi della delega collettiva nei confronti del tempo. Per tale ragione, il presente saggio ambisce anche, tacitamente, ad offrire agli spiriti più accorti una chiave di lettura della realtà crotonese vista da quella particolare 'vetrina' che è l'esposizione museale delle antichità di Kroton, soggetta all'inevitabile modificarsi del gusto del pubblico, al suo raffinamento, alla sua progressiva presa di coscienza del valore sociale oltre che culturale di siffatti Istituti e della necessità che l'utenza diventi, sempre più spesso e con più impegno, parte attiva dell'ingranaggio di funzionamento. Il pubblico, infatti, deve manifestare le proprie esigenze non soddisfatte ma anche contribuire fattivamente ad una reale messa in valore del Museo Archeologico. Questo va inteso non solo com'è per sua stessa natura, quale centro culturale, ma come realtà dinamica, capace di incrementare la conoscenza svolgendo e suscitando sempre nuova ricerca scientifica, sia a vantaggio degli specialisti sia di un pubblico di ogni estrazione e livello. Deve ricorrere, per raggiungerlo e accattivarselo, a tutte le tecniche di divulgazione disponibili, dalle più tradizionali alle più innovative.