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La bizzarra infanzia di Kate, figlia di una volitiva e invadente vedova lituana, è attraversata da visioni ossessive e conturbanti di cibi che assumono forme viventi di corpi, e di corpi che si distorcono in comici miraggi fino a prendere le sembianze di succulente pietanze. Ma ciò sortisce l'effetto di inibire il suo appetito: le ingenera una vera e propria fobia per la carne, che la madre tenta di reprimere con metodi educativi non proprio montessoriani. E se per sfuggire alle insidie della cucina materna Kate è costretta a ideare strategie sempre più efficaci, per soddisfare i dilemmi cui gli adulti non danno risposta la ragazza elabora stravaganti teorie "religiose" sulla natura "commestibile" dell'universo.