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Ritenuta spesso la parente povera della produzione narrativa di Samuel Richardson, e per questo scarsamente considerata dalla critica, a tutto vantaggio di Clarissa Harlowe, Pamela incontrò, sia nel suo paese d'origine che in Francia, un successo tanto vivace quando prolungato. Il presente volume ha inteso ricostruire prima di tutto la storia del successo che l'opera di Richardson conobbe negli anni che seguirono immediatamente il suo arrivo in Francia tramite una traduzione che non fu fatta né in Francia né dall'abbé Prévost, come è stato per troppo tempo detto e scritto. Ha poi cercato di definire l'impatto che il romanzo ebbe sul pubblico francese, dapprima analizzando le reazioni, per lo più entusiastiche, che esso provocò sui lettori dell'epoca, poi ricostruendo l'ampio dibattito che suscitò tra i critici: un dibattito che non riguardò soltanto l'opera di Richardson ma anche, se non soprattutto, le regole che il romanzo, genere allora assai poco considerato, doveva seguire per acquisire la maturità e l'autonomia alle quali aspirava e, più in generale, la natura e le finalità stesse dell'opera d'arte.