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A partire dalle testimonianze epistolari ciceroniane, in "Varrone accademico e menippeo" sono esaminate le dinamiche filologiche, contingenti e psicologiche, sottese alla seconda edizione degli Academica a favore della maschera di Varrone. Il Varro di Cicerone è l'unica porzione di dialogo superstite riconducibile alla formazione e all'adesione filosofica di Varrone quanto a logica, etica e fisica. Il reatino sarebbe stato spinto a tentare personalmente l'impresa di una trattazione sistematica nel perduto "De philosophia" (di cui resta traccia in Agostino) solo dopo il dono-pungolo ricevuto dall'amico-rivale. Il famoso elogio ciceroniano rivolto a Varrone è riletto alla luce dell'agonismo e dell'antagonismo non tanto filosofico quanto personale tra i due accademici.