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"Come ha scritto Filippomaria Pontani, per Patrikios la poesia è soprattutto 'testimonianza, rimedio all'oblio, inesausta esortazione al ricordo dei compagni uccisi, della barbarie vissuta e mai del tutto debellata, del dolore che non solo lui [...] ma tutta una generazione, un popolo, un mondo hanno patito, seppure a vari gradi di coinvolgimento, di consapevolezza, di indignazione'. La memoria è per il poeta l'unico antidoto all'orrore sempre incombente, un rifugio amaro e nel contempo ineludibile per l'uomo contemporaneo. [...] In questo filone della memoria si inserisce l'opera più recente di Patrikios, "La casa" (2009). Si tratta di un poemetto in sei parti di struttura narrativa ma dal ritmo accentuatamente poetico, dove la rievocazione della casa in cui il poeta ha abitato dai dodici anni è il pretesto per ripensare con il distacco della maturità gli sconvolgenti eventi politici e sociali che ha vissuto la Grecia per lunghi decenni del secolo scorso, e che hanno drammaticamente segnato più di una generazione, ma soprattutto il poeta, che ne è stato testimone e protagonista". (dalla presentazione di Nicola Crocetti)