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La storia di un comprensorio della Basilicata settentrionale nell'antichità, dalla preistoria fino all'età romana, attraverso gli oggetti che le indagini archeologiche hanno portato alla luce. Lavello è un centro fondamentale per conoscere la storia del territorio italico nell'antichità. Una storia di sviluppo, determinata dalla rete di rapporti intessuti in maniera consapevole e pervasiva con le culture vicine e lontane, soprattutto nel I millennio a.C.: dalle colonie greche della costa ionica, alle coste adriatiche pugliesi e a quelle tirreniche campane, e poi ancora oltre, grazie ad una catena di intermediazioni, con le culture di ambito etrusco o con le realtà transmarine (dall'Egeo al Vicino Oriente). Ovviamente i rapporti erano intessuti dalle élites, da quei membri della società al vertice di comunità le cui gerarchie si basavano sul rango, che erano riuscite a inserirsi nella rete di connessioni mediterranee. Sono le loro tombe e i loro palazzi a raccontare, attraverso gli oggetti prodotti, usati e deposti, questa storia di connessioni. L'archeologia racconta l'apogeo dei principi dauni e poi le trasformazioni intervenute con l'ingresso di Roma nella storia di queste genti: la fondazione di Venusia, il declino dell'insediamento daunio di Forentum, ormai parte integrante del ricco territorio della nuova colonia romana.