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Sono cattolica. Ma avrebbe potuto essere altrimenti. Mi capita d'immaginarmi in un mondo buddista, musulmano, protestante, ebraico, ortodosso, ma si da il caso che io sia cattolica e finora non l'ho mai rimpianto. "Cattolica" vorrebbe dire "universale". Universale come tutto ciò che si tenta di imporre in nome di una superiorità più o meno confessata. Essere cattolica, per l'autrice, non si associa all'universale, e neppure ad alcun comportamento, ad alcuna morale e ancor meno a una qualità: essere cattolica dipende solo da una particolare gioia. "Da quando ho preso coscienza di essere battezzata, questa gioia non mi ha più abbandonata". "Questo è il diario del mio dolore, della mia rivolta, anche della mia speranza" (C. Cayol).