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In contrasto con il luogo comune che la vuole città grigia, produttiva e poco incline alle lusinghe della flànerie poetica, Milano ha ispirato nel XX secolo pagine e immagini di metafisica, incantata e ironica bellezza. Nel suo viaggio all'interno di un luogo fortemente simbolico della vita cittadina come la Fiera, un fotografo-viaggiatore come Giuseppe Ripa ha tenuto conto delle diverse anime della città, condensate negli spazi e nelle figure che danno vita a un microcosmo complesso, dove realtà e fantasia trovano un inatteso punto di incontro. Le immagini di Ripa rispondono a una medesima esigenza, quella di leggere lo spazio come elemento primo del rapporto tra l'uomo e il mondo, come misura di un rapporto in continuo divenire. In un'atmosfera di sospensione temporale, in un luogo di apparizioni quasi surreali, l'artista sembra divertirsi a porre in scacco, senza malizia e con leggerezza, la frenetica attività che appartiene a questi ambienti. Sono le figure e gli oggetti stessi a recitare, in forma di apparizione misteriosa, una silenziosa, garbata, eppure decisa reinvenzione del reale.