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Jorge Luis Borges diceva che "Noi siamo la nostra memoria, siamo questo museo chimerico di forme incostanti". "Vie di Memoria", realizzato da Gianluigi Colin e curato da Moreno Gentili, non è altro che il sorprendente censimento di questo universo di forme, ricostruito attraverso performance in numerose città: da Milano a Napoli, da Roma a Buenos Aires. Foto, documenti, lettere, e altri piccoli frammenti della sfera affettiva (ma anche memorie nascoste negli spazi immateriali della Grande Rete) sono trasformati, con il linguaggio della Copy art, da intimi simulacri di emozioni in altrettante nuove straordinarie icone.