Tab Article
È anzitutto la storia di un uomo, Marco Porzio Catone (Cato maior), emblema della romanità in un tempo di mutamenti epocali, che sorprendentemente per certi aspetti richiama il nostro. Durante tutta la vita Catone è un contadino, oltre che soldato, console, censore, oratore, storico e anche verseggiatore nell'arcaico metro saturnio. Intorno a lui c'è il popolo romano esso pure culturalmente ancora di contadini, il quale quasi senza volerlo, trascinato dalla storia, nello spazio di soli cinquant'anni finisce col soggiogare l'intero mondo conosciuto. Nei suoi diversi incarichi Catone affronta con grande fermezza i maggiori pericoli che minacciano Roma: tra essi la corruzione (che la grande cultura greca entrando nel giovane mondo romano si trascina al seguito), l'economia di Cartagine (fondata sullo schiavismo elevato al massimo grado), e l'eccesso di popolarità degli stessi generali romani emergenti. Resi con la forza della grande letteratura tornano nel romanzo a vivere sotto i nostri occhi gli uomini di allora: popolani, nobiles, schiavi, legionari, sordidi affaristi (che Catone pretore scaccia dalla sua provincia), le severe donne romane, i liberi barbari della Spagna, i temerari pirati illirici, i greci orgogliosi ma ormai incapaci di indipendenza.