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«Lampi di epifanie», «scintilla» che illumina la tenebra, i diari di Tolstoj testimoniano la sua ricerca della ragione dell'essere: la vita che si rinnova incessantemente nell'amore, sostanza di tutto l'universo, non solo dell'uomo. Presentiamo qui una scelta dei Diari degli ultimi tre anni, dal 1908 al 1910, molti inediti in Italia e in una nuova traduzione che privilegia l'aspetto filosofico e meditativo dell'amplissimo materiale costituito dal corpus autobiografico tolstojano. Nel corso del Novecento, l'immagine di Tolstoj pensatore e maestro di vita è coesistita con quella dell'autore dei grandi capolavori come Guerra e pace e Anna Karenina, a tratti anche oscurandola. Il suo pensiero si era espresso in numerose opere, risultanti da un lavoro di studio e riflessione che legava la teologia e l'ermeneutica delle Sacre Scritture alle più urgenti questioni sociali, economiche e politiche: la guerra, le proteste studentesche, il terrorismo, la pena di morte, la tortura, la giusta distribuzione delle terre e la proprietà. In uno sforzo di ricomprensione dei vari aspetti della vita in un'unica ricerca di senso, esso investiva tutte le sfere del vivere umano, fino a elaborare perfino un sistema di regole spicciole (l'alimentazione, il vegetarianesimo, l'astensione da alcol e droga e da ogni forma di intossicazione, la vita sessuale, l'amicizia). Ciò ha generato l'abitudine a considerare questo tardo Tolstoj una sorta di rigido moralista, lontano dalla conoscenza empatica e intuitiva che pervadeva la sua creazione artistica. La lettura dei diari e dei suoi taccuini smentisce questa rigidità e l'accusa di moralismo.