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Pietro Mussini, nella sua ormai trentennale ricerca, ha sempre indagato l'influenza della tecnologia nel rapporto storico fra arti e scienze. Secondo l'artista, infatti, l'opera contiene dati, o meglio, vari tipi di "strumenti": «strumenti della natura - il senso e il perché del fare; strumenti della speculazione - storia e collocazione antropologica; strumenti critici casistiche della conoscenza che possiedono i soggetti coinvolti». Tali strumenti divengono il suo personale alfabeto creativo e tecnologico in cui mescola luci, suoni e colori e dà vita a artifici della comunicazione, a "nature interfacciate" che non si esauriscono nella loro significazione primaria ma si sdoppiano in livelli molteplici, che subiscono interferenze ambientali, storiche e conoscitive. È una sorta di empatia, una risposta emotiva, un'interattività quella che precede il riconoscimento delle opere d'arte di Pietro Mussini, che sfida l'orizzonte percettivo e sensoriale finora conosciuto e diventa strumento di un contemporaneo fare poetico.