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L'incontro di Biagio Marin con la dimensione del viaggio si può dire innata: nascere nell'isola di Grado, a fine Ottocento, significava nascere in un lembo di terra sospeso nella laguna, isola separata dalla terraferma, dove l'acqua dominava la terra. Questo libro raccoglie gli scritti di Marin usciti su vari quotidiani negli anni Cinquanta e Sessanta, e li alterna suggestivamente con alcune delle sue che diventano veri e propri "resoconti in versi". Ne risulta un testo di grande forza, un omaggio di un poeta alla propria terra, fra nostalgici ricordi d'infanzia e viaggi di andata e del ritorno. Che sono anche incontri tra gli uomini e, a volte, spunto per considerazioni storiche e sociali sul dramma millenario della convivenza tra i popoli.