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La vera storia del figlio (non riconosciuto ufficialmente) di Giovannino Guareschi, autore dei personaggi di Don Camillo e Peppone, ha inizio il 20 agosto del 1933, quando i suoi amici giornalisti del "Corriere Emiliano" ex "Gazzetta di Parma", gli inviarono i migliori auguri di neo-paternità, senza nascondere un sorriso di dileggio. In lieve anticipo sull'evento, il gesto affettuoso della redazione assume i toni della burla, dello scherzo bonario. Nasceva Giuliano, Alberto, Michele figlio di N.N. Nel libro, Giuliano Montagna racconta la sua vicenda personale: dalla infanzia a Parma e sul Po con la madre Luisa e i nonni all'impiego in Barilla, fino alla direzione dell'unico quotidiano di Sydney in lingua italiana, "La Fiamma", il racconto ripercorre l'inesausto cammino di un uomo alla ricerca della propria identità, delle proprie radici, per riappacificarsi con la storia, la sua storia. Racconto in prima persona di un cammino doloroso, costellato di apparizioni fugaci e incontri clandestini - con il padre che in realtà attraversa tutta la vita dell'autore -, e ritratto di un uomo ormai solo, lontano dalla fortuna del Candido e recluso nella sua abitazione di Roncole Verdi, "Mio padre Giovannino Guareschi" è un racconto vero. Come la vita.