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Il 14 giugno 1953 Camus mette in scena l'adattamento della "Devozione alla croce" di Pedro Calderón de la Barca. La pièce trova con la versione di Camus una consacrazione nella contemporaneità. "Lo stravagante capolavoro" di "uno dei più grandi geni drammatici che la Spagna abbia mai generato" innalza quale emblema paradossale e violento - una croce che imperscrutabilmente salva o danna. Il "tutto è grazia" che investe gli eroi di Calderón ha il volto di un Dio misterioso: "Angelo cattivo precipitato dal cielo, mi addentro cieco in questa notte profonda. Ma non ho più la speranza di tornare indietro e non mi pentirò...", dice la protagonista. Camus coglie infallibilmente l'ambiguità di un testo che trasforma la grazia in paradosso violento.