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Una poesia che sfida la prosa e ne rincorre il ritmo ampio e disteso come a raccontarci una storia, tante storie. Così sono i versi di Sergio Spina che paiono al lettore una nenia di sapore antico perché, oltre alla distensione del verso, utilizzano un linguaggio che si nutre, volutamente, di passato e richiama alla mente soffusi echi poetici. Passaggi leopardiani, sprazzi novecenteschi (Quasimodo docet) si segmentano tra le strofe così che il lettore insegue, nelle parole, un qualcosa "di nuovo, anzi d'antico".