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Sandro Penna, nato a Perugia nel 1906 e morto a Roma nel 1977, è un rappresentante di quella linea letteraria che ha segnato una temperie poetica attraverso la cesellatura di un verso che non lascia ombre ma stilla luce. Anche i racconti sono fasci di luce nell'insieme della parola - vita. È su questo rapporto che si è incentrato il suo scavare nella fluidità del linguaggio che si accorda sempre con la realtà. Una realtà, certamente, perduta ma presente tra le spigolature dei ricordi nell'immenso della memoria. Leggere (o rileggere) i suoi racconti è farsi toccare da un incantesimo che penetra, a volte, il sublime. Sono proprio i paesaggi che ricostruiscono un tempo e una memoria nello spazio dei luoghi. In questo spazio i ricordi, il passato che attraversa i sentieri dei giorni, i frammenti che lacerano e riportano desinenze formano gli elementi per una pagina che ha una sua essenzialità tematica.