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Nella "Critica del giudizio", Kant incentra il paradigma dell'estetica nella definizione secondo cui "è bello ciò che piace universalmente senza concetto" e "senza alcuninteresse", dove sono rilevanti due caratteristiche: l'arte non è l'unica fonte di esperienze piacevoli, che si estendono anche a tutto l'universo del bello naturale (in cui rientra il paesaggio); la bellezza non è una proprietà delle cose, ma è nell'occhio di chi guarda, ed esige come principale requisito la condivisione della percezione, cioè quel consenso che ritroveremo come essenziale anche nell'ambito del marketing. Volendo condensare in una definizione la trama dei concetti e dei principi che formano l'intelaiatura teorica del marketing, si potrebbe affermare che la gestione del marketing riguarda l'arte e la scienza di scegliere i mercati obiettivo e di conquistare, mantenere e aumentare il numero dei clienti con la creazione, la presentazione e l'erogazione di un valore superiore per il cliente.