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Che cosa spinge un uomo a sfidare l'ignoto, ad addentrarsi, tra mille pericoli, nelle inquietanti viscere della Terra? La risposta di Fabrizio Ardito sorprende per la sua semplicità: «Amo le grotte di una passione viscerale e la mia "perversione sotterranea" mi porta a cercare ovunque il buio e la profondità». Tutto qui. Ed è proprio dalla forza di questa passione che nasce Di pietra e acqua, una sorta di diario a posteriori di una vocazione precoce e di tante avventure vissute nel mondo ipogeo, raccontate per affascinare anche chi le grotte le ha conosciute sempre e solo con l'immaginazione. C'è una lunga storia, in questo libro: vent'anni di frequentazione sotterranea, un'epoca intera. Le pagine di questo racconto, quasi un romanzo, vanno sfogliate una ad una con discrezione. Non occorre concentrarsi: interesse e curiosità, una volta tanto, non hanno bisogno di essere estratti con le pinze dalle righe.