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Nel 1986 scalare un ottomila è ancora un'impresa straordinaria, riservata ad alpinisti affermati, come Reinhold Messner, che sta per toccare l'apice della fama con il record dei quattordici giganti himalayani. Già per questo è del tutto inconsueta la storia del giornalista triestino che riesce a scalare un ottomila del Karakorum, affiancando alpinisti sloveni del calibro di Torno e Cesen e Silvo Karo. Ma in più, Jelincic diventa testimone della famosa estate dell'86 sul Baltoro, un'infernale girandola di maltempo e disgrazie in cui perisce tra i tanti Renato Casarotto. Calcata la vetta del Broad Peak, Jelincic e il compagno Stangelj rimangono bloccati dalla tempesta, da cui si salvano per puro miracolo, mentre sul vicino K2 quella stessa tempesta miete cinque vittime. Questo resoconto antieroico e da alpinista qualunque, uscito in sloveno nel 1990, svela i risvolti dell'esperienza estrema con un'intensità umana ignota agli eroi dell'himalaysmo. Prefazione di Nives Meroi.