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Orlov, pittore fallito e incompreso, dipinge i morti su commissione. Se gli si chiedesse perché, risponderebbe: "Sono passato ai morti perché è l'unico posto in cui mi hanno accettato", oppure: "Ainche Leonardo e Rembrandt hanno imparato a dipingere i morti per sapere di cosa è composta la vita; la morte devi conoscerla mentre sei ancora vivo, non quando è ormai troppo tardi". O ancora: "Io dipingo i morti perché loro non vedono il mio lavoro e non si lamentano". In una lunga notte di lavoro, dipingendo il cadavere di un misterioso uomo d'affari e dialogando con la vedova, donna affascinante ed enigmatica, Orlov ripercorre i passaggi chiave della sua vita e le questioni irrisolte che hanno segnato la sua esistenza - fino ad un'inaspettata conclusione e a un sorprendente riscatto. In questo romanzo breve, Yoram Kaniuk include tutte le sue ossessioni e passioni, elabora una profonda riflessione sulla morte e sull'essenza dell'arte e lascia ai propri lettori un vero e proprio testamento letterario, denso di significato e di saggezza.