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Yosef, il protagonista del romanzo, è arabo da parte di padre ed ebreo da parte di madre. Nel suo desiderio di appartenenza e nella sua anima sensibile d'artista si rispecchiano la storia e le ambizioni di due popoli irrequieti: un'eredità eccessiva e non sostenibile. In una lunga confessione, Yosef scandaglia la storia della sua famiglia ripercorrendo con commozione gli amori e i rapporti di amicizia che si sono intessuti nel tempo e che hanno dato vita a quel frutto ibrido e sofferente che egli sente di essere. Sullo sfondo, scorre inarrestabile e paradossale la storia d'Europa e del Medio Oriente, e a Yosef non servirà dipingere il deserto di rosso né portare la pioggia al Caffé Kassit per modificare il corso degli eventi. Yoram Kaniuk scava in profondità nelle radici della lotta tra due popoli per la stessa terra, e le contraddizioni, narrate senza filtri ideologici, danno al romanzo un timbro di favola stravagante e commovente che rispecchia la dissacrante filosofia e l'originalità dell'autore.