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Il libro segue le tracce dei traduttori ebrei (soprattutto ebrei) che tra il XII e il XIV secolo gettarono un ponte tra la Spagna, la Provenza, la Germania, l'Italia di Federico II e la città di Verona che di lì a poco sarebbe diventata il rifugio e l'ostello di Dante. Questi precedenti a rendere credibile l'incontro tra il mondo cristiano e certe fonti (orali e scritte) di provenienza islamica ed ebraica accessibili nella Verona che fin dai tempi di Ezzelino III, genero di Federico II, si era distinta quale caposaldo dell'idea imperiale; idea che, sovrannazionale qual era, notoriamente si era giovata dell'apporto di intellettuali ebrei, cristiani e musulmani.