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Il 23 aprile 1959, al primo piano del palazzo di via Frattina 99, sotto l'unico balcone di marmo tra tanti balconcini di ferro del periodo umbertino di cui si fregia la strada, apre la Galleria d'Arte La Nuova Pesa. Doveva chiamarsi "Il Balcone" ma, alla fine, per quell'insieme di significati polemici e critici legati al momento storico e al clima romano, prevale "La Nuova Pesa": un nome rinascimentale per un programma preciso: "Stabilire in un sereno e vasto panorama dei valori italiani e mondiali, quali che siano le correnti artistiche più ricche di risultati, senza discriminazioni, senza scomuniche e programmatici rifiuti". La Galleria, tra il 1959 e il 1976, si pone come il punto di riferimento del neorealismo e la risposta ai linguaggi imposti dall'informale prima, dall'espressionismo astratto americano, dalla pop-art e dall'arte povera poi, attraverso una serie di esposizioni di grande rilievo e la proposta di giovani emergenti. A scorrere i cataloghi delle mostre, i contrastati volti di una esperienza che a tratti assume il tono aristocratico di una grande tradizione, la passione storica del militante, le stimmate della lacerazione e le componenti di una scelta umana, a leggere i titoli delle opere esposte e dei testi critici che le commentano affidando la comunicabilità del proprio discorso alla consapevolezza di un linguaggio da difendere, non uno dei problemi e delle contraddizioni, delle incomprensioni e dei conflitti che attanagliano il paese sfugge agli artisti.