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Per alcuni anni ci siamo illusi che lo sviluppo della comunicazione annullasse la distanza e rendesse quindi indifferente la localizzazione. Una speranza che si è subito smorzata di fronte al dilatarsi degli agglomerati e al diffondersi degli effetti perversi della metropolizzazione. Un risultato ben diverso da quello che si ipotizzava. Non telelavoro dunque, in ridenti e operosi cottage elettronici sparsi in amene campagne e connessi in tempo reale al grande magma informazionale. Non abbattimento del traffico e sostituzione telematica delle funzioni urbane, ma incremento della mobilità e della congestione su spazi sì dilatati ma interamente urbanizzati.