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Il pendolo della nostra vita quotidiana di ricchi occidentali oscilla di continuo tra due opposti: da un lato, il timore per l'avanzata economica di colossi inarrestabili come la Cina e l'India, dall'altro, la necessità e l'imperativo morale di sostenere lo sviluppo dei Sud del mondo. In mezzo, resta fermo il nostro dubbio che l'economia sia un po' come il poker, un gioco a somma zero, in cui alle vincite altrui corrispondono necessariamente le perdite proprie, sicché la creazione di valore non può che comportare uno sfruttamento. In queste pagine, scopriamo invece che una felicità sostenibile è possibile anche, e anzi soprattutto, in questo nostro mondo globalizzato.