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La vicenda risale alla fine della Guerra Civile, o Resistenza, che, seguita all'istituzione della Repubblica di Salò da parte di Mussolini dopo l'armistizio dell'8 settembre '43, culminò con la Liberazione il 25 aprile. Molto è stato scritto e detto su quel sanguinoso periodo della storia italiana, e ancora oggi se ne parla, a proposito e a sproposito. Questa breve biografia non vuole essere l'apologia di una scelta politica piuttosto di un'altra; né tanto meno un revisionismo storico. Semplicemente è il racconto, corredato dal contesto storico necessario per meglio capire il pathos di quei terribili giorni, della tragica vicenda di un uomo trucidato (come tanti altri) non perché reo di crimini commessi, e in tal caso giustamente perseguibile, ma solo perché fascista. Anche se il suo lavoro era consistito non già nel dar la caccia ai partigiani sulle montagne e ammazzarli, ma solo nel dirigere una stazione ferroviaria e fischiare la partenza dei treni.