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A cavallo tra antropologia delle migrazioni e delle frontiere, il volume analizza le esperienze di viaggio, di transito e di insediamento dei rimpatriati etiopici e dei rifugiati eritrei giunti in Etiopia dall'Eritrea nel corso degli anni Duemila. Esso pone al centro la frontiera tra i due Paesi, la cui densità storica si interseca con il passato coloniale italiano e si riflette nei profondi legami e nei sanguinosi conflitti transfrontalieri. Sulla base di un'etnografia condotta nel nord dell'Etiopia, il testo esplora gli immaginari di altrove e le strategie di mobilità, la costruzione e la dissoluzione del senso di essere a casa, le temporalità della migrazione e la loro relazione con l'esperienza di gioventù, le difficoltà del ritorno e le intersezioni tra frontiere e legami familiari che caratterizzano la vita di rifugiati e rimpatriati. Intrecciandosi con i sentimenti di appartenenza nazionale e con le esperienze dello stato, la frontiera crea e disfa relazioni e affiliazioni, rappresenta un ostacolo e un tessuto di opportunità, costituisce un filtro di lettura del quotidiano e la fonte di sfiducia e incertezze. Il volume connette le dinamiche locali di mobilità.