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A volte portato come esempio positivo di vivacità sociale e culturale, ma spesso descritto invece in termini di disagio, degrado e immigrazione "invasiva", l'Esquilino è diventato, nel bene e nel male, la vetrina della coabitazione fra le culture a Roma. Tra 2007 e 2008 l'associazione Anthropolis ha analizzato, con la committenza dell'amministrazione, il modo in cui i cambiamenti di questo territorio urbano vengono percepiti e interpretati da parte dei suoi residenti italiani. Entro un modello di antropologia urbana centrato sulle rappresentazioni discorsive e la memoria territoriale, la ricerca etnografica sul terreno evidenzia dinamiche culturali minute, "voci" della cittadinanza spesso non riducibili alle parole d'ordine e ai simboli contrapposti che dominano il dibattito pubblico e mediatico. Nei loro parallelismi e nelle loro differenze, queste voci disegnano un complesso e contrastato intreccio fra senso di appartenenza locale e flussi globali, in un rione che appare storicamente caratterizzato da un'immagine mutevole, incompiuta, sfuggente.