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«'La gloria di Dio è l'uomo vivente'. È il versetto biblico che potrebbe definire il percorso artistico e spirituale di Michelangelo. Il quale inizia con l'indagine sull'uomo, riflesso nei David, nell'umanità della volta Sistina, e in quella della Cappella Medicea. E, in contemporanea, in linea con l'Umanesimo fiorentino, sull'Uomo incarnato, cioè il Cristo, attingendo ai modelli classici e interpretandoli come figure di eternità. Dall'inizio alla fine questo è il percorso dell'artista, attraverso diversificate fasi, le quali sono comunque sempre frutto di riflessioni approfondite lungo il corso di una vicenda personale inquieta, fra estasi e tormenti. Nel tempo del kronos che si intreccia con quello della Grazia. Un cammino anche aspro, tuttavia mai fermo. Michelangelo infatti non cessa mai di indagare, ponendosi nella storia del suo tempo ed anche oltre il suo tempo. L'Uomo ne è il protagonista: solo (David), sintesi dell'umanità nella storia (volta Sistina), del cosmo intero (Giudizio finale), dell'anima umana (Cappella Paolina). Ne esce un'arte giocata principalmente sul concetto della libertà: di raffigurazione e di espressione, di indagine a tutto tondo sulla realtà umana - dal dolore alla morte, dalla tenebra alla luce, dall'inferno al paradiso -, e di ricerca religiosa e spirituale incessante, vista come ascesa sofferta e penetrazione del Mistero. Michelangelo vuole renderlo visibile nella sua forza luminosa, desidera fare della figura umana l'esplicitazione del mistero che è Dio, eterno Spazio creativo (la volta), Luogo lucente che dà corpo, dimensioni e luce (Tombe Medicee), Voce chinata su di noi dall'eternità a sollevarci e illuminarci (Cappella Paolina). Di qui in pittura l'uso cangiante del colore ed elettrico della luce, in scultura la bellezza che tende al gigantesco come espressione di una dilatazione dell'anima per poi assottigliarsi nell'indicibile (la Pietà Rondanini, gli ultimi disegni), in architettura la realizzazione del «come in cielo così in terra», nella tensione a manifestare in forme monumentali e terrene l'architettura del cielo, del cosmo, con il sentimento dell'infinito. Del paradiso. Cioè Dio.» (dall'introduzione)