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Frutto di lunghe ricerche condotte essenzialmente sui documenti d'archivio, il volume ripercorre, dopo uno studio dedicato alle esposizioni d'arte allestite nel capoluogo toscano tra l'età napoleonica e l'avvento dell'unità d'Italia, la storia e le vicende connesse alla costituzione della collezione dei bassorilievi ottocenteschi in gesso, vanto indiscusso delle raccolte dell'Accademia di Belle Arti di Firenze, oggi in gran parte perduti o dispersi. In base a un inventario redatto nel 1870 apprendiamo che all'interno degli ambienti dell'Accademia erano conservati ben novanta bassorilievi in gesso di formato diverso, connessi ai premi annuali, triennali e semestrali e ai pensionati di studio a Roma. Dei novanta esemplari originari ne sopravvivono oggi all'interno dell'Accademia solo diciotto e a questi è dedicata la presente pubblicazione. Dopo essere caduti per oltre un secolo nell'anonimato ed aver perso la loro importanza documentaria e storica, i bassorilievi superstiti, conservati fino a pochi anni fa nelle cantine della scuola in condizioni tutt'altro che ottimali, sono stati al centro, negli ultimi tempi, di un processo di recupero e di valorizzazione che ha portato gradualmente al loro "riscatto". Le indagini storico-documentarie dedicate a questi hanno consentito, in tempi diversi, di restituire a ogni bassorilievo la loro corretta "identità anagrafica", precisando al contempo la data delle singole esecuzioni. Affiancati a nomi di primo o primissimo piano nel panorama scultoreo ottocentesco come Giovanni Dupré, Aristodemo Costoli, Luigi Pampaloni e Ulisse Cambi, molti degli autori dei bassorilievi, pensiamo ad esempio ad Ansano Bucci e Girolamo Marconi, risultano al momento ancora degli "illustri sconosciuti". La pubblicazione consente pertanto di focalizzare l'attenzione anche su queste personalità artistiche, che, seppur in maniera marginale, hanno fatto parte integrante della storia dell'Accademia di Firenze e quindi della "nostra" storia.