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Questo volume rappresenta una "sfida", poiché va ad affrontare un argomento, quello dell'istruzione e della formazione professionale sul quale si registra "nella storiografia scolastica nazionale una grave carenza"; in tal senso la mancanza di studi sui "percorsi formativi dei lavoratori", ritenuti "un semplice addestramento al destino professionale" può essere interpretata come sintomo o conseguenza delle difficoltà attraversate dall'istruzione e dalla formazione professionale in Italia che, solo nel corso degli ultimi venti anni ha cercato di colmare il ritardo con gli altri paesi europei, schiacciata come da consuetudine nella morsa di polemiche ideologiche e politiche. Esso naturalmente non vuole proporsi come una storia dell'istruzione tecnica e della formazione professionale in senso lato, ma valorizzare il contributo offerto dall'azione delle Camere di Commercio che, a partire dalla legge istitutiva del 1862, furono coinvolte nel sostegno all'istruzione professionale, provvedendo all'istituzione o al mantenimento di scuole di scienze applicate al commercio e alle arti. In un quadro normativo poco chiaro e con una differenza di risorse tra le Camere settentrionali e meridionali, le Camere di Commercio talora si sono sostituite allo Stato, oppure hanno integrato la loro azione con esso; ciò è accaduto soprattutto nei momenti di crescita del Paese, quando l'istruzione professionale ha goduto di maggior fortuna.