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"Il restauro della tavola di Faeto, compiuto finalmente grazie a fondi pubblici e privati, costituisce un esempio paradigmatico delle modalità che l'opera di tutela ha assunto negli ultimi anni. Per coordinare, armonizzare varie fasi di diagnostica e restauro, progettate e finalmente svolte in un tempo forzatamente dilazionato, occorrono - da parte di chi opera e di chi sovrintende - ottima memoria, buon metodo e notevole tenacia. Passando dall'ambito del restaurare a quello dei fare, torna alla mente una serie di esempi antichi ed illustri la cui esecuzione, protrattasi negli anni, determinò non poco le scelte formali e compositive, sfociando comunque in un risultato di estrema qualità e raffinatezza. Con questo si vuole istituire un confronto tra la Fabbrica di San Pietro e il lavoro condotto da R.I.C.E R:C.A.: il richiamo ai tempi antichi vale piuttosto ad evocare forme di collaborazione, di organizzazione complesse, dal committente ai finanziatori sino alla bottega, che si precisano e si snodano nel tempo, comportando in corso d'opera scelte inizialmente non previste." (dalla premessa di Paola Refice)