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Da oltre quattro decenni percorro la Penisola, e non solo quella, in lungo e in largo, visitando musei, chiese e castelli, cercando armi antiche, vere o riprodotte su quadri e affreschi. Spesso le trovo nei luoghi più impensati e a volte sono di grande interesse e rarità: la ricerca è, quindi, quasi sempre fruttuosa e, di conseguenza, ho costantemente una grossa molla che mi spinge a proseguire, anzi ad intensificare questo viaggio oplologico.Quale seguito di Armi e Arte, uscito nel 1997, che accompagnava il Lettore in un viaggio analogo per tutta la Penisola, è un libro da leggere sotto l'ombrellone o in treno, non impegnativo o pedante, ma il più possibile colloquiale e semplice. Se il motivo ufficiale è la scoperta di testimonianze oplologiche (ricordando che l'Oplologia, qui spesso citata, è la disciplina che si occupa delle armi antiche), di certo non mancano divagazioni su temi diversissimi, tanto da poter dire che, non raramente, il filo conduttore sembra perso del tutto. Difatti, il libro si dimostra tutt'altro che monotematico, ossessivo o noioso, ma vuol essere come uno sconosciuto incontrato sul treno, che sa raccontarti piacevolmente di luoghi, cose e fatti che lui ha conosciuto, e che vorrebbe farti conoscere.