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Con quella faccia un po' così e quell'espressione un po' così, Paolo Conte, avvocato astigiano cresciuto sotto le stelle del jazz, ha cambiato i lineamenti della canzone italiana, arricchendola di raffinate sfumature e carnali esotismi. In quarant'anni di quadri d'autore, ha saputo meglio di ogni altro artista italiano portare in scena l'altrove, quella voglia di teatralizzare in luoghi lontani storie che potrebbero tranquillamente accadere sotto casa. Pittore di territorio, autore sublime (da Azzurro per Celentano a Insieme a te non ci sto più per Caterina Caselli, la sua strada è lastricata di canzoni entrate subito nell'immaginario collettivo) e interprete sensibile, Conte ha colorato di epica la quotidianità, portando in scena un piccolo mondo antico dalle tinte forti e belle. Questo libro ripercorre il suo lungo cammino. Meta l'America del jazz di Jelly Roll Morton e quella che si consuma al ritmo di tango e habanera; la Parigi di Josephine Baker e del varietà; il mare antico, fuori dal tempo e dallo spazio; il passato delle Topolino amaranto, delle giarrettiere rosa, delle verdi milonghe e dei mocambi ricostruiti tra il naso di Bartali e la polvere sollevata da Gerbi il Diavolo Rosso. Corredato da un inserto di foto e di riproduzioni dell'altra grande passione dell'eclettico artista, la pittura.