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"Lettera a una professoressa", scritto al momento dell'entrata in vigore della riforma della scuola dell'obbligo scolastico e dell'introduzione dall'ottobre 1963 della "Scuola media unica" è stata una condanna bruciante della scuola selettiva e classista di allora ed in particolare dell'atteggiamento dei suoi insegnanti, o almeno di una parte di essi. In questa lettera, continuazione (non imitazione) della precedente, Vito Piazza dà voce a chi non ne ha abbastanza per urlare il suo diritto a vivere, a partire dalla scuola. E' un racconto in cui si potrà ritrovare lo stesso spirito che ha mosso Don Milani, una testimonianza di come la presenza di alunni disabili in classe rappresenta un arricchimento, sul piano umano, emotivo, ma anche cognitivo.