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Ernesto è sempre stato un sognatore. Impiegato comunale a Treease, trascorre le sue giornate dividendosi tra un lavoro che ama, una moglie guardinga, spesso intrappolata nei problemi di gestione della casa, e gli amici di sempre. Affronta il tran tran quotidiano e le piccole e grandi sfide della vita con fede e serenità. Quando sente l'esigenza di staccare la spina, si rifugia nei ricordi e nei sogni: è in questo mondo "altro", infatti, che sente di poter essere realmente se stesso. Pompei, I secolo d.C. Ettio appartiene alla famiglia dei Laruli. È un pretore che ha trovato la sua ragione di vita nell'incontro che lo ha legato indissolubilmente a Lavinia, la figlia del fornaio, l'unica in grado di leggergli dentro e liberarlo dalle angosce che attanagliano i suoi giorni e le sue notti. Cosa lega Ernesto a Ettio? E cosa hanno in comune la Roma imperiale cantata dai poeti e le stagioni che si susseguono tutte uguali in una cittadina assolala dell'hinterland partenopeo? Cosa accade quando la felicità sembra non appartenere più al quotidiano, ma stagliarsi inesorabilmente in un "altrove" senza tempo? In un caleidoscopio di invenzioni narrative e con una girandola di personaggi ora commoventi, ora astiosi ora divertenti, Ernesto Limito costruisce un'architettura geometrica ricca di incastri e coincidenze. Complice la luna.
