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"Il Chiostro dei Miracoli" è un libro della memoria. Suddiviso in sei capitoli - Notte, Alba, Pomeriggio, Crepuscolo, Tramonto, Scirocco, i racconti sono unificati dal soggetto narrante - l'autrice ancora bambina, e hanno per teatro la città di Napoli negli anni precedenti la Seconda guerra mondiale, poi lo svolgersi della guerra stessa, le Quattro Giornate e il dopoguerra. La particolarità del libro è data dal fatto che di solito questi eventi turbinosi sono stati sempre visti con occhi di adulti; raramente da un bambino, e per quanto riguarda Napoli, mai. I bambini non conoscono il dramma: per loro tutto è gioco. Anche la morte, la miseria, la fame, nel gioco diventano favola. Protagonista è un sipario da scenografia di avanspettacolo raffigurante un giardino, unica consolazione, e anche unica evasione concessa alla narratrice-bambina, che vive in un sordido chiostro sepolto in un vecchio palazzo dei Quartieri Spagnoli, a vico Sant'Anna di Palazzo. Sipario e chiostro sono due realtà immutabili e ferme, eppure diverse col variare della luce. E ogni momento di questa luce possiede il carattere degli attori che vi si stagliano contro: la nana, il nonno, la zia, la mamma, il padre, il coro dei miserabili che recitano, inconsapevoli, la tragedia greca della loro vita. Il vero miracolo è la loro sopravvivenza. A conferire leggerezza, l'ironia della donna adulta che scrive e ricorda. E mentre ricorda, assolve e sorride.